Last NewsChatGpt, l'intelligenza artificiale è già diventata noiosa? Dietro l'angolo c'è la prossima generazione di IA - L'ultima grande rivoluzione risale al 1996 con l'avvento di internet e nel 2003 con con l'arrivo degli smarthphone apple ( avallata dallo sviluppo delle piattaforme social). Da allora non è stato inventato piu' nulla che abbia portato significative aspettative di crescita dei mercati, ma solo bolle speculative legate a mercati gia' esistenti. Il fatto che si parli di chatboot, metaverso ed AI è davvero la nuova svolta o l'ennesima bolla alla finestra? Piccolo inciso per un refresh memoria .............Chatboot era presente già negli anni 60 e Metaverso ricorda molto la realtà virtuale degli anni 90......
Dalla creazione di contenuti all'automazione dei compiti ripetitivi, in questi ultimi mesi abbiamo imparato a guardare all'Intelligenza artificiale generativa come a una tecnologia rivoluzionaria e sorprendente. Ma è davvero così? In realtà, secondo alcuni esperti le attuali IA generative, a cominciare da ChatGPT, sarebbero poco più che... spazzatura. E la grande rivoluzione di cui sono portatrici niente più che un bluff. Almeno finché non si materializzerà una nuova generazione di intelligenze artificiali.
I limiti dell'intelligenza artificiale
A porre la questione dei limiti dell'IA generativa sono stati qualche settimana fa i venture capitalist Paul Kedrosky e Eric Norlin, in un intervento sulla newsletter di SK Ventures. L'IA con cui stiamo avendo a che fare, scrivono, «è ottima nel generare contenuti, ma pessima nel capire il contesto». Come dire che se un chatbot può darci risposte che suonano plausibili, spesso manca di una vera comprensione del contesto o delle implicazioni etiche delle sue affermazioni. Questo è un punto cruciale che ne limita l'utilità in applicazioni pratiche.
«Stiamo raggiungendo rapidamente i limiti dell'attuale intelligenza artificiale» continuano i due esperti, sottolineando problemi come dati di addestramento inadeguati e tendenza alle allucinazioni (quando l'IA si inventa cose di sana pianta, ndr). Anche la promessa dell'automazione dei compiti ripetitivi sul lavoro sembra essersi infranta: quella attuale è un'automazione a metà, pericolosa perché sposta i lavoratori senza aumentare di fatto la produttività. E questo potrebbe avere effetti devastanti sull'economia e sul benessere delle persone.
Queste posizioni sono tutt'altra che estreme visto che altri esperti, come Yann LeCun che abbiamo intervistato pochi mesi fa, sostengono i limiti degli attuali modelli.
La prossima generazione di IA
Insomma, altro che mirabilie: l'intelligenza artificiale generativa sembra già arrivata a un punto di stallo. Qualcosa dovrebbe cambiare nel giro di 2 anni quando, se tutto va bene, entreremo nella seconda ondata dell'IA generativa, segnata dall'avvento di microchip più economici e l’utilizzo di nuovi modelli di linguaggio che faranno sì che l'IA diventi più leggera, più specifica e (speriamo) più efficace. «Ma per arrivarci devono cambiare un sacco di cose - avvertono Kedrosky e Norlin -. Per cominciare, abbiamo bisogno di strumenti molto migliori. Ad esempio, la nostra attuale generazione di strumenti per sviluppatori è adattata a un mondo che non esiste più e al massimo viene arricchita con nuove funzionalità che la rendono più utile, piuttosto che riprogettarla del tutto». Senza un reale cambiamento nelle tecnologie, «rimarremo intrappolati in questa scatola di automazione così così».
La prossima generazione di IA
Insomma, altro che mirabilie: l'intelligenza artificiale generativa sembra già arrivata a un punto di stallo. Qualcosa dovrebbe cambiare nel giro di 2 anni quando, se tutto va bene, entreremo nella seconda ondata dell'IA generativa, segnata dall'avvento di microchip più economici e l’utilizzo di nuovi modelli di linguaggio che faranno sì che l'IA diventi più leggera, più specifica e (speriamo) più efficace. «Ma per arrivarci devono cambiare un sacco di cose - avvertono Kedrosky e Norlin -. Per cominciare, abbiamo bisogno di strumenti molto migliori. Ad esempio, la nostra attuale generazione di strumenti per sviluppatori è adattata a un mondo che non esiste più e al massimo viene arricchita con nuove funzionalità che la rendono più utile, piuttosto che riprogettarla del tutto». Senza un reale cambiamento nelle tecnologie, «rimarremo intrappolati in questa scatola di automazione così così».
Le sfide da affrontare
Gli analisti McKinsey concordano sul fatto che, se non governata adeguatamente, l'Intelligenza artificiale rischia di essere archiviata come l'ennesima rivoluzione mancata: «La piena realizzazione dei benefici della tecnologia richiederà tempo, e i leader dell'economia e della società hanno notevoli sfide da affrontare» si legge nel report. «Queste includono la gestione dei rischi inerenti all'IA generativa, la determinazione di quali nuove competenze e capacità avranno bisogno la forza lavoro, il ripensamento dei processi aziendali fondamentali come la riqualificazione e lo sviluppo di nuove competenze».
Insomma, perché l'IA non sia l'ennesima incompiuta, servono nuovi paradigmi tecnologici e governance, etica e pianificazione strategica. E in questo delicato equilibrio che risiede la vera sfida del nostro futuro tecnologico. Con buona pace delle risposte umane-troppo-umane con cui ci stupiscono ogni giorno ChatGpt, Google Bard, Claude e gli altri chatbot intelligenti.